Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, a norma del Diritto Canonico, riconosce come essenziale la partecipazione di tutti i fedeli, in particolare dei laici, alla missione della comunità cristiana e alla programmazione del lavoro pastorale. La partecipazione dei fedeli alle scelte pastorali trae origine dalla loro incorporazione alla Chiesa che li abilita a partecipare realmente alla costruzione della comunità.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, vero organo di consulenza per le comuni decisioni pastorali e per l'attuazione del programma pastorale diocesano.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha una duplice valenza: da una parte esso è l’immagine della fraternità e della comunione ecclesiale; dall’altra esso è lo strumento della riflessione e della comune decisione pastorale, dove il ministero della presidenza, proprio del Parroco, e la corresponsabilità di tutti i fedeli devono trovare la loro sintesi. (cfr. Costituz. sin. 94).
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha una durata di quattro anni. Alla fine del mandato viene rinnovato nei suoi membri, che possono essere riconfermati per un secondo quadriennio.
Nel 1811 il governo Napoleonico decise di sopprimere tutte le confraternite con l'eccezione di quelle del Santissimo Sacramento e prescrisse l'unione dei beni delle confraternite alle chiese parrocchiali.